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Ticino: per un Cantone aperto e attrattivo

Intervista a Enzo Lucibello, presidente DISTI

Dal suo punto di vista, qual è lo stato di salute della grande distribuzione ticinese?

Nel rispondere a questa domanda mi sento di dire che la grande distribuzione ticinese ha un occhio che ride e un occhio che piange. Infatti, la pandemia ha stravolto le nostre vite e di conseguenza anche gli stili di consumo.   Negli ultimi due anni, da un lato si è registrato un incremento del fatturato sostanziale soprattutto nel settore food, la chiusura delle frontiere e le restrizioni hanno infatti incrementato l’acquisto sul territorio. Dall’altro il settore non food ha vissuto un periodo altalenante, in quanto ha subito la forte concorrenza degli acquisti on line, che hanno cambiato le abitudini dei ticinesi. Vero è che l'importante flusso di turisti confederati, che hanno riscoperto il Ticino come meta per le loro vacanze, ha contribuito in maniera decisiva alla tenuta anche del settore non food. Sarà importante per il futuro essere in grado di mantenere questa clientela anche quando frontiere e destinazioni a medio e lungo raggio saranno riaperte e nuovamente accessibili.

Quanto ha influenzato la pandemia nelle abitudini delle consumatrici e dei consumatori?

Direi che ha cambiato di molto l’abitudine nel modo di fare acquisti. Da una parte le restrizioni alla mobilità, i ristoranti chiusi, il telelavoro ha portato le persone a mangiare di più a casa, a rispolverare ognuno le proprie capacità culinarie, riscoprendo anche il piacere della convivialità all’interno delle mura domestiche. Dall’altra ha accelerato in modo esponenziale il processo di cambiamento dall’off line all’on line, a cui, diversamente saremmo arrivati gradatamente nel corso degli anni.

La carenza di materie prime e i problemi di logistica come si stanno ripercuotendo sugli scaffali dei negozi?

Fino ad oggi, siamo riusciti ad arginare il problema, poiché c’è sempre stata una continuità nella fornitura tale da non far riscontrare una penuria sugli scaffali, ne abbiamo avuto prova lo scorso Natale. La carenza di alcuni prodotti, ad esempio la patata svizzera è dipesa infatti più dalle condizioni climatiche che da eventi esterni. Vero è che il caro prezzi nei trasporti ha inciso sul rincaro dei prezzi al consumo e l’attuale situazione politica, lo scoppio della guerra, lascia presagire ulteriori aumenti.

Che aspetto avrà il futuro?

In futuro ci sarà sempre più bisogno di far apparire il nostro Cantone, come un Cantone aperto. Incentivare il più possibile l’afflusso di turisti, creando sinergie con l’albergheria, ristorazione e turismo, valorizzare ulteriormente il nostro territorio e quanto di bello ha da offrire ed essere in grado di fornire un pacchetto attrattivo che possa competere con quanto viene offerto dalle maggiori destinazioni turistiche estere.