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Ampio potenziale di crescita per il Ticino delle life sciences

Intervista a Gabriele Gendotti, Presidente della Fondazione IRB e di Bios⁺

 

Da poco è stata creata l’associazione Bios+, nata dall’alleanza tra IRB e IOR. Qual è lo scopo principale di questa stretta collaborazione tra le due entità bellinzonesi?

IRB e IOR hanno saputo in questi ultimi anni ritagliarsi spazi e riconoscimenti importanti per le loro attività di ricerca in un contesto molto competitivo portando a Bellinzona ricercatori di prestigio riconosciuti e rispettati dalla comunità scientifica nazionale e internazionale. Costituirebbe un grave errore accontentarsi di quanto fatto e ottenuto senza avere ambizioni di ulteriore crescita per migliorare la presenza dei due Istituti in una rete di collaborazioni eccellenti. IRB e IOR hanno intensificato parecchio la loro collaborazione sul piano scientifico e ora, assieme ai ricercatori dell’Ente ospedaliero cantonale, hanno trasferito i loro laboratori nel nuovo stabile in Via Chiesa che è diventato la casa di Bios+, un vero moderno centro di attività di ricerca scientifica, perfettamente attrezzato e dotato delle più sofisticate apparecchiature. Da qui la costituzione di una nuova associazione composta dalle due Fondazioni con lo scopo, ripreso dallo statuto, “di sostenere e coordinare le attività di ricerca scientifica e di insegnamento dei due istituti in vista della costituzione di un centro di ricerca a livello nazionale e internazionale a Bellinzona, nonché di ottimizzare le sinergie in ambito scientifico, organizzativo e amministrativo”.

 

Qual è il potenziale di sviluppo per il settore delle life sciences in Ticino?

Resto convinto che la ricerca scientifica, orientata all’innovazione e alla tecnologia, anzitutto nei campi delle scienze della vita, costituisce oggi una componente sempre più importante di una società che guarda avanti, che crede nel progresso e nell’opportunità di dare delle risposte, come lo è stato il caso nella tragicità della pandemia da Covid-19, a delle emergenze globali. Vale anche per il Ticino che con l’Università della Svizzera italiana e la sua facoltà di scienze biomediche, i suoi Istituti affiliati IRB e IOR, nonché i laboratori di ricerca dell’EOC, possiede un ampio potenziale di crescita. A Bellinzona in questi ultimi 20 anni sono stati creati oltre 300 posti di lavoro molto qualificati per accademici provenienti da tutto il mondo che portano con sé ventate di progresso, di entusiasmo, nonché attitudini di apertura al nuovo e al diverso. Anche molte ditte private attive anzitutto nei settori della farmaceutica sono in grado di assicurare attività di ricerca di altissimo livello.

 

Quali sono le principali difficoltà a cui dovete far fronte?  

Le difficoltà riguardano anzitutto la ricerca delle ingenti necessarie risorse per garantire agli istituti il finanziamento di un’attività di ricerca scientifica ad alto livello, il reclutamento di ricercatori, anzitutto i capi laboratori, con curricoli eccellenti ed esperienze acquisite sul campo della competitività internazionale, l’acquisto di apparecchiature a sostegno di un lavoro di ricerca d’avanguardia. Per ulteriormente crescere la ricerca scientifica del Cantone avrà bisogno di maggiori risorse da parte della Confederazione, ma anche da parte del Cantone. Il progetto Bios+ rientra a pieno titolo nel programma di legislatura e nelle strategie del Consigli di Stato che in diversi documenti si è dato come obiettivo “lo sviluppo del sistema terziario cantonale e del polo d’eccellenza degli istituti attivi nella ricerca e nell’innovazione” attraverso l’avvicinamento di enti di ricerca riconosciuti a livello nazionale e internazionale con riferimento in particolare al settore delle scienze della vita. Con Bios+ IRB e IOR stano viaggiando proprio in questa direzione.