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Lugano quale piazza per il Commodity Trading

Intervista a Matteo Somaini, Presidente della Lugano Commodity Trading Association (LCTA)


Qual è l'attuale situazione della piazza ticinese del Commodity Trading?
Il commodity trading a Lugano è in crescita. Negli ultimi 2 anni, nonostante la situazione pandemica poco favorevole, si sono insediate a Lugano diverse nuove società. Più di 140 aziende compongono il commodity trading hub ticinese: un settore che occupa direttamente e indirettamente 2'000 impiegati e che negli anni più recenti ha generato un gettito fiscale annuo di circa 70 milioni di franchi. Queste aziende compongono la Lugano Commodity Trading Association (LCTA). Le competenze professionali presenti sulla piazza ruotano attorno a competenze ben specifiche: trading, spedizioni, trasporti, finanziamento delle operazioni, assicurazioni dei rischi, contrattualistica internazionale, conoscenze di lingue straniere e così via. Sin dalla sua creazione la LCTA intende rafforzare le condizioni quadro del cantone Ticino perseguendo i seguenti obiettivi associativi: miglioramento della formazione del personale, ampliamento delle conoscenze settoriali, organizzazione di eventi di networking, ma anche lo sviluppo di una piattaforma a 360° formata da Commodity Traders, da compagnie di shipping, da banche attive nel Commodity Trade Finance nonché da assicurazioni, fiduciarie, studi legali e altri attori importanti per il settore. Su questo fronte ci sono diversi cantieri aperti e c'è ancora molto lavoro da fare.


A fronte della pandemia di Covid-19, come giudica la resilienza del settore a livello ticinese e svizzero nel confronto globale?
Le società Svizzere, e fondamentalmente la considerazione vale anche per il Ticino, sono per lo più realtà del settore consolidate, che hanno dimostrato di poter gestire efficacemente diversi cicli economici nel passato ed hanno dato prova anche questa volta di solidità e competenza. Sono state in grado di superare con buoni risultati la fase acuta della pandemia e di massimizzare i benefici della rapida ripresa, nonostante tutte le difficoltà pratiche e gestionali che entrambi i momenti hanno comportato e con le quali ci stiamo tutt’ora misurando. Va inoltre sottolineata l’importanza della professionalità e del solido supporto alle aziende di trading che l’ecosistema svizzero ha confermato anche in periodi difficili. Banche, società attive nella logistica, assicurazioni e tutti gli altri operatori legati al nostro settore, hanno garantito continuità nell’offerta di servizi di elevata qualità, anche quando altri attori globali hanno optato per ritirarsi o ridurre in modo importante la loro attività nel nostro settore. Di fatto il sistema nel suo complesso ha dimostrato capacità di adattamento, dedizione e coesione.


Quali sono le maggiori sfide che si presenteranno al settore nel medio-lungo termine? Quali strumenti dovranno mettere in campo le aziende ticinesi per far fronte a queste sfide future?
Le maggiori sfide per il settore riguarderanno la capacità di monitorare e gestire in modo efficiente l’intera supply chain, sia questa una necessità dettata da motivazioni legate ad aspetti di corporate social responsibility, di finanziamento, o puramente di ottimizzazione gestionale. Le società sono abituate ad operare in catene di fornitura complesse e di conseguenza a gestire rischi ad esse correlati, ma per i motivi appena citati, sarà fondamentale un deciso cambio nel paradigma gestionale. Anche attraverso il supporto di nuove tecnologie, la gestione delle nostre attività si sta trasformando. È un processo in atto da tempo, ma di certo la combinazione degli eventi recenti sta imprimendo un’importante accelerazione. Potremmo addirittura immaginare che parte delle trasformazioni andranno oltre l’organizzazione interna delle nostre imprese, imponendo cambiamenti alla collaborazione e alla competizione tra società nelle varie filiere o a cavallo tra filiere diverse. Forse il concetto stesso di filiera in alcuni casi andrà rivisto.